“Dati covid e gestione emergenza”, “Cashback e privacy”, “l’intelligenza delle città nasce dalla gestione dei dati e dall’innovazione”: questi sono i primi risultati di una ricerca Google sulla gestione dei dati. Quanto sia importante e pervasiva nella nostra quotidianità la gestione dei dati è stato il fil rouge dello straordinario evento del 15 dicembre 2020 “Italy: a data driven country?” che ha affrontato, con l’intervento di relatori istituzionali, accademici ed aziendali, le opportunità e le sfide che possono cambiare il nostro Paese e che ci vedono protagonisti come cittadini, lavoratori, imprenditori e sistema-paese.
Hanno partecipato più di 30 relatori in rappresentanza delle istituzioni, di aziende e del mondo accademico. Una media di 800 persone connesse durante tutto l’evento della durata di 330 minuti (cinque ore e mezzo) con 13.000 visualizzazioni nel giorno dell’evento. Il video integrale dell’evento è disponibile sulla pagina Facebook di ContaminazioniPositive a questo link.
In tavoli diversi, dedicati a sanità, mobilità, sistemi di pagamento, earth & science e temi trasversali, ci si è confrontati per analizzare come le aziende in sinergia tra loro e in collaborazione con le istituzioni possono portare l’Italia ad essere protagonista nel campo della gestione avanzata dei dati. Infatti, scambiare informazioni tra aziende e con le istituzioni può far sì che l’unione faccia la forza dal punto di vista del sistema-paese, per la costruzione collaborativa di un futuro migliore basato sui dati. L’intelligenza artificiale, dal punto di vista dell’evoluzione del mondo del lavoro e delle competenze, è un supporto per l’uomo-decisore: un asset asservito all’efficientamento delle attività umane.
Data Italy, tra gli organizzatori dell’evento, si propone di mettere a disposizione un data-lake più grande e completo tra gli attori delle varie industry, disponibile per la collaborazione con le istituzioni. Per Tiziano Treu, Presidente del CNEL, i paesi che hanno anticipato l’innovazione digitale investendo di più in intelligenza artificiale come sulle competenze delle generazioni del presente e del futuro riescono a cogliere meglio la sfida delle tecnologie che possono distruggere il lavoro. L’auspicio è disporre di una strategia di sviluppo sostenibile nel lungo periodo, dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. E, per Nicola Tasco, Presidente Lazio Innova, la contaminazione tra mondi diversi con la regia delle istituzioni diventa un pivot d’eccellenza per consentire di mettere i dati in comune tra le varie realtà. È necessario costruire percorsi virtuosi per far sì che si incontrino i vari attori del mercato assieme ai giovani.
Sicuramente la Sanità oggi è il campo in cui maggiormente l’analisi dei dati relativi al Covid19 e la loro gestione in termini di analisi predittive può consentire al sistema-paese di fornire nuove risposte ai cittadini in termini di sicurezza e di mantenimento del proprio stile di vita: un bilanciamento in grado di coniugare la gestione delle esigenze primarie personali e lavorative con il diritto alla salute. La Senatrice Anna Maria Parente, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha ricordato che a nove mesi dall’inizio della pandemia, in un mondo di big data, per mettere in sicurezza l’economia è necessario anzitutto un piano nazionale di sorveglianza attiva dell’epidemia. Occorre aumentare le possibilità di svolgere telemedicina, tramite strumentazione adeguata anche in funzione dell’invecchiamento della popolazione italiana. Occorre anche un progetto per lo sviluppo del lavoro, con una formazione degli operatori socio-sanitari all’uso delle nuove strumentazioni, passando ad esempio per un sistema di certificazione delle competenze basato su blockchain. I fondi europei in tale contesto risultano quanto mai necessari per poter mettere in sicurezza la Sanità, disporre di un sistema di certificazione delle competenze degli operatori del settore e creare una cultura digitale diffusa.
Relativamente al mondo Earth & Science, Maria Vittoria Pisante, Direttore Commerciale, Sviluppo, Comunicazione, Risorse Umane di Siram Veolia Water, ha ricordato che l’impegno delle aziende è rivolto verso l’efficienza energetica e delle risorse idriche. Per fare questo occorre integrare le competenze operative con le nuove tecnologie: la competenza operativa – quella dell’uomo – rappresenta quel fattore abilitante per calare nella realtà l’expertise di raccolta e analisi del dato. Grazie ai dati, diventa un dovere oltreché un obiettivo quello di preservare il Pianeta, le sue (le nostre) risorse fondamentali. Nell’ambito delle geoscienze, Carlo Doglioni, Presidente INGV, Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, ha sottolineato come l’osservazione dei fenomeni e lo sviluppo delle conoscenze scientifiche sul Sistema Terra nel suo complesso hanno luogo grazie alla tecnologia e ai dati. Investire nella produzione di informazioni consente la creazione di nuovi dati per migliorare la qualità della vita e del pianeta su cui viviamo. Pier Francesco Cardillo, Head of Digital Tranformation di e-Geos, ha affermato che il Digital Twin Earth mette a disposizione una replica digitale del nostro pianeta che imita accuratamente il comportamento della Terra e fornisce una precisa rappresentazione dei passati, presenti e futuri cambiamenti del nostro mondo. La conoscenza del territorio consente la pianificazione della gestione del territorio in caso ad esempio di eventi naturali.
Anche il mondo Space è ormai diventato un business che fa dei dati il segmento trainante e Carlo Russo, Purchasing Director – CIRA si augura che si possa di mettere insieme intelligenza privata e intelligenza pubblica per abilitare la creazione di nuove iniziative mentre Lorenzo D’Onghia, Presidente ASAS – Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio, ha ricordato che il mondo dello Spazio sta diventando un promotore di crescita dell’economia: stime sulla Space Economy indicano un ritorno previsto da 4 a 7 euro per ogni euro speso in tale settore. I grandi investitori (SpaceX, Virgin Galactic…) stanno investendo per ricavarne un profitto. I dati raccolti dallo Spazio abilitano la produzione di nuove applicazioni, per le quali è necessaria una forte capacità di calcolo abilitante al processamento di una grande quantità di dati, ma con ricadute positive negli altri settori. Come ad esempio quello dell’agricoltura, dove le previsioni sul clima correlate al consumo di acqua, e al monitoraggio dello stato delle colture a partire dai dati spaziali consentono di efficientare le risorse e i costi.
Parlando invece di mobilità, settore che la pandemia ha fatto emergere come uno dei volani dello sviluppo sostenibile della nostra società, Stefano Gargiulo, Managing Director di Europcar Mobility Group Italy, ha sottolineato come l’intelligenza artificiale nel mondo della mobilità basata su risorse condivise abiliti fortemente le analisi predittive relative alla domanda e al pricing delle vetture a noleggio. L’impatto del Covid ha generato infatti un forte cambiamento in questa direzione, richiedendo una maggior abilità nel fare previsioni. Il Covid si rivelato nel caso specifico un acceleratore per capire, durante la vita dei veicoli a noleggio, i comportamenti degli utenti anche dal punto di vista della sostenibilità e dei fenomeni di traffico. Di qui la rilevanza di mettere a fattor comune i dati su tali comportamenti con altre realtà interessate a comprendere i comportamenti degli utenti.
Dal punto di vista del mondo Insurance Giacomo Lovati, Direttore Servizi di Business – UnipolSai Assicurazioni SpA, vede i nuovi servizi assicurativi fortemente trainati dai dati, in particolare quelli relativi alle abitudini dei clienti. Sulla base dei comportamenti degli utenti e dello stato di manutenzione delle strade, monitorabili grazie alle scatole nere, è possibile predisporre analisi sui coefficienti di rischio degli utenti e non solo. Mappando i dati di comportamento sugli spostamenti è possibile generare una profilazione che abilita la creazione di nuovi servizi. Conoscendo la storia degli utenti, per i quali lo spostamento non si riveli ad esempio superiore a 300 km, quasi metà di loro potrebbe utilizzare senza problemi una vettura elettrica, legata a limiti di ricarica oltre determinate percorrenze. Per la nuova mobilità, si può quindi pensare a pacchetti di servizio integrati, includendo l’installazione di una wall box di ricarica elettrica nel proprio parcheggio assieme alla disponibilità di un monopattino; o definire dove pianificare la costruzione di un parcheggio o la manutenzione stradale a partire dalla mappa dello stato delle strade in tutta Italia. In questo contesto, è necessario oltremodo chiarire normativamente i limiti della privacy sui dati sensibili sugli spostamenti e i comportamenti, la cui condivisione rappresenta un fattore di complessità nella collaborazione tra aziende e istituzioni.
Per Francesca Gabrielli, CEO Assist Digital, il livello di semplicità con cui è progettata l’interazione uomo-macchina assume un ruolo fondamentale per il successo del servizio; un fattore abilitante di tale successo è un elevato grado di collaborazione tra AI e uomo. In determinati casi, l’uomo si configura come aiutante dell’intelligenza artificiale nel formulare nuove risposte: da qui le nuove competenze e il valore e la centralità dell’uomo nel prossimo futuro. Non da ultimo, occorre guardare agli small data, per provare nuovi servizi così da fornire più risorse e risultati, in maniera più agile e in tempi brevi, anche nella collaborazione tra aziende e con le istituzioni.
Ha fatto eco Emilio Misuriello, Amministratore Delegato Esri Italia, che ha ricordato come l’integrazione dei dati del territorio con gli enti istituzionali come le Regioni e con le data company, ad esempio sul trasporto pubblico locale, possa consentire la creazione di servizi che la Regione può poi offrire agli utenti. Le organizzazioni potrebbero cioè comunicare in tempo utile sui dati di mobilità unitamente a quelli della sanità, anche grazie allo smartphone grandemente diffuso tra gli utenti nella sua forma di dispositivo IoT per i servizi di trasporto. La gestione della mobilità sul big data è collegato ad un ecosistema complesso, in cui tutti gli elementi resi disponibili dai vari attori potrebbero integrarsi per distribuire le conoscenze e le informazioni sul territorio.
Anche i sistemi di pagamento sono fortemente influenzati dall’analisi e dalla gestione dei dati. Secondo Mauro Minenna, Direttore Generale ACI Informatica, è necessario pensare ad un’architettura complessa dell’informazione, relativa all’integrazione tra i dati delle diverse regioni. Ciò nell’ottica di proseguire verso una fiscalità equa tra Regioni, attraverso logiche ad oggi non omogenee tra i territori. Il tutto passando per la conservazione del dato di esito del pagamento, dove la peculiarità italiana di dover dimostrare lato utente di aver erogato un pagamento può e deve essere superato.
Nel mondo dei pagamenti, per Angelo Meregalli, Head Global M&A and Strategic Partnerships Go-To-Market Paypal, da parte degli operatori tecnologico-finanziari è necessaria una forte attenzione verso i consumatori e gli utenti di business. Una società di pagamenti si pone oggi l’esigenza di come gestire in tempo reale grandi moli di dati: Walmart negli USA gestisce 2,5 petabytes di dati (con 1 milione di transazioni all’ora), paragonabile alla capacità di immagazzinamento del cervello umano (1-1,2 petabytes). La richiesta principale fatta ad un operatore tecnologico-finanziario oggi è di disporre di informazioni sui comportamenti dei dati relativi alle transazioni di pagamento. Così come capire quali dati sono rilevanti senza essere invasivi per il cliente per prendere una decisione corretta nel caso di frodi. E, come novità nel settore, supportare le iniziative di marketing ampliando in questo modo la mission rispetto ai soli pagamenti. Gabriele Benedetto, CEO Telepass, ha raccontato di come Telepass abbia vissuto un’evoluzione del proprio ecosistema di servizi negli ultimi anni, dal data-lake al nuovo apparato Telepass, passando per Telepass Pay. Sempre rimanendo fedeli al proprio brand nello sviluppare nuovi servizi basati sui dati così da studiare nuovi servizi ad hoc correlati alla mobilità. In questo modo è possibile creare servizi aggiuntivi nei sistemi di pagamento e in quelli di core-business, come ad esempio servizi assicurativi “a tempo” attivabili sulla casa solo quando non si è presenti per brevi periodi. Rimanendo coerenti in un business, si capitalizza e valorizza quindi il patrimonio dati a beneficio degli utenti, pur allargando il portfolio dei nuovi servizi. La sfida oggi è far sì che le transazioni tra istituti bancari passando per gli operatori tecnologico-finanziari avvengano senza soluzione di continuità.
Per Michele Corcione, Executive Managing Director – JV TIM Santander, emergono nuove abitudini dei consumatori, nuovi servizi di mobile payments/savings e nuove banche che offrono i loro servizi interamente su App.
Il tavolo Enabling Technologies & Clients ha affrontato il ruolo che i dati possono giocare nel migliorare il business e la soddisfazione delle esigenze dei clienti. In questo campo, per Carla Ramella, Direttore Dogane, Monopoli e PA Centrale, la tecnologia da sola non basta, è un “servente”, occorre mettere al centro i cittadini. È necessario concentrarsi sugli algoritmi che hanno reso possibile l’uso avanzato di dati, e sul cui utilizzo resta sempre doveroso tenere presente l’aspetto dell’etica nell’uso delle informazioni che riguardano il cittadino.
Maurizio Decastri, Professore Ordinario di Organizzazione all’Università di Roma Tor Vergata, sostiene che la formazione degli esperti in data management non dovrebbe prescindere da una multidisciplinarietà della conoscenza, in quanto, mettendo insieme mondi diversi, devono aprire una finestra sul mondo di utilizzo del dato. Il data scientist deve diventare un sociologo del dato, abile a contaminare il mondo del marketing e del commerciale. La contaminazione tra mondi diversi è lo snodo principale che può cambiare la cultura del dato e del suo utilizzo avanzato. Servirebbe quindi, per specializzarsi in data science, avere una competenza forte anche in sociologia, per poi contaminare le due formazioni. Le attuali università sono molto legate allo studio teorico, in un mondo del lavoro in cui l’ampliamento delle competenze richiede di cambiare aziende e interlocutori, incontrare culture diverse con mente aperta e approccio curioso, dove le competenze di contaminazione non vengono dallo studio ma dall’esperienza.
Francesco Sortino, Direttore Marketing e Relazioni Esterne di Linkem sottolinea che l’introduzione del 5G fa evolvere in misura esponenziale la qualità del trasferimento dei dati, rendendo possibile una connessione tra persone e oggetti, quelli IoT. Oggi si punta molto sul 5g e sull’IoT, tecnologie che abilitano la creazione di servizi sempre più innovativi volti a migliorare la qualità della vita delle persone. Le interconnessioni e le conoscenze sono i grandi binari dell’economia di un sistema paese, dove l’etica dovrebbe svolgere il ruolo di arbitro. LinkemLAB è un ecosistema che offre in tale direzione l’implementazione di servizi che si basano sui dati: ad esempio nell’agricoltura tecnologica di precisione, e nel misurare la qualità dell’aria attraverso sensori connessi come oggetti IoT.
Dario Regazzoni, Solution Architect Lead Italy in Amazon AWS, ha evidenziato che Amazon AWS parte dal cliente per generare nuovi servizi, come vuole il motto “Innovation starts from the customer and works backwards”. Nella piattaforma AWS, le nuove tecnologie sono messe a disposizione dei clienti generando nuovi servizi grazie alle competenze di data science, recentemente potenziate grazie a nuove assunzioni. Il Cloud diviene uno strumento democratico, fornendo la possibilità di creare algoritmi e nuove soluzioni basate sui dati dall’ambito universitario a quello business.
Francesco Rainini, Digital Acceleration Leader in SAS, ha raccontato che nelle piattaforme di intelligenza artificiale è fondamentale la scalabilità e la possibilità di sfruttare il calcolo parallelo. In questo contesto, le competenze dei data scientist debbono essere affiancati da quelle degli ingegneri del dato. Questi si occupano di far sì che vi siano processi automatici capaci di supportare algoritmi complessi, come quelli che ad esempio prevedono l’evoluzione della domanda di un prodotto da parte del mercato. A tale competenza si unisce quella della governance, del controllo continuo che valuta i dati man mano che questi evolvono nel tempo.
Nicola Tanzini, CEO & Founder – In Target, afferma che nel percorso intrapreso dalle aziende per dare un’adeguata consistenza ai dati raccolti sugli utenti, nel campo del marketing, è necessario integrare i dati disponibili per individuare nuovi fenomeni, come quelli sociali. Ciò per meglio comprendere la propria audience, sia sulla base di una profonda conoscenza dei dati e nel rispetto dei valori etici, sia guardando alla contaminazione generazionale, che oggi è fortemente legata al restare in casa e che ha comportato ad esempio la creazione di nuove dinamiche relazionali.
Massimiliano Montefusco, General Manager RDS, ha raccontato che dalla tecnologia al suo impiego, direttamente da parte delle persone. La radio è un media cross-modale, che si può ascoltare e navigare in contemporanea. Gli Smart Data nell’ambito dell’entertainment aiutano a massimizzare in modo efficace le scelte degli utenti, cercando di interpretarne le necessità. RDS, tramite un concorso ad hoc, ha generato nuovi dati e, applicando algoritmi di machine learning, è stata in grado di interpretare le interazioni degli utenti in ottica di customer satisfaction. Grazie alle nuove tecnologie, i dati relativi ad esempio al riconoscimento facciale abilitano sia servizi business, come il riconoscimento automatico del conduttore, sia per gli utenti, come nel caso di un tour immersivo in virtual reality.
L’ultimo tavolo ha invece affrontato il tema dell’impatto del mondo dei dati sull’ecosistema italiano con l’introduzione di Lorenzo Fioramonti, Deputato della Repubblica e già Ministro MIUR, secondo il quale per migliorare le prestazioni della nostra economia, il dato è un modo per catalogare le osservazioni della realtà ed è necessaria una Data Revolution basata sull’Economia della Condivisione. In questo scenario, gioca un ruolo fondamentale il Partenariato tra settore Pubblico e Privato, e una gestione del cambiamento può essere abilitata da un utilizzo più consapevole dei dati. Per costruire conoscenza occorrono investimenti e visione di lungo periodo, dove ad esempio le scuole formino i giovani che non solo utilizzano le tecnologie ma le conoscono, e ne sanno sfruttare appieno le potenzialità, utenti non passivi ma protagonisti del loro futuro e di quello del Paese.
Gianluca Cubbada, Preside Economia / Master Big Data all’Università di Roma Tor Vergata ritiene che la figura del data scientist sia un mix di competenze: statistica, informatica, matematica. Ha la capacità di gestire grandi moli di dati, trasferire informazioni per renderle fruibili in fase successiva, creare modelli matematici di fenomeni che si verificano nella realtà grazie al machine learning, per comprendere nel modo più automatico possibile dei fenomeni molto complessi.
Per Emilio Misuriello, Amministratore Delegato – Esri Italia, tra i promotori di Data Italy, il percorso formativo proposto in Data Italy prevede la possibilità di formarsi grazie all’investimento delle aziende che possono poi scegliere di assumere i migliori talenti.
Matteo Melchiorri, CHCO (Chief Human Capital Officer) di Fastweb ha sottolineato l’importanza del Capitale umano e dello sviluppo di competenze digitali e sui dati per il sistema paese. Fastweb sta facendo un percorso di trasformazione in cui il data management ha un ruolo essenziale per offrire una serie di servizi al consumatore basati sul 5g e di cybersecurity. L’azienda si muove secondo tre binari: uno relativo alla sensibilità al data management per creare un tessuto connettivo di matrice culturale all’interno dell’azienda, seguito dall’attivazione di programmi di formazione professionale, e dall’acquisizione di competenze verticali specifiche dal mercato (data engineer, architect, analyst). Per favorire una cultura positiva della gestione dell’errore, le aziende dovrebbero uscire dalla dimensione autoreferenziale e contaminarsi sempre di più, favorendo un modo di lavorare più trasversale all’interno della stessa organizzazione.
Remo Tagliacozzo, CEO di Zetema, che fornisce servizi digitali legati al mondo della cultura, ha raccontato come si stanno generando nuovi dati grazie alla digitalizzazione del percorso dell’utente. Sta strutturando una propria unità di ricerca e sviluppo collaborando con attori che vogliono mettere in gioco le loro competenze in un settore particolare come quello della cultura, interpretata in un’ottica di prodotto-servizio.
Michele Ungaro, Chief Development Officer – Member of the Board – AON, per il quale il mondo assicurativo oggi può utilizzare i Big Data per creare servizi avanzati basati sui dati. AON, in quanto realtà di intermediazione assicurativa e non assicuratrice in senso stretto, ha cercato di rivoluzionare il settore Insurance tramite la creazione di due piattaforme di condivisione dei dati che permettono di prendere decisioni migliori. La prima piattaforma rileva i piazzamenti dei rischi assicurativi nel mondo e i relativi prezzi, permettendo alle aziende di prezzare il rischio rispetto ai competitor. La seconda piattaforma permette alle aziende di sfruttare algoritmi per misurare i dati di bilancio e valutare la capacità dell’azienda di sopportare un determinato rischio sulla base di elementi oggettivi.
Chiudono questa straordinaria giornata Lorenzo Fioramonti Deputato della Repubblica, Ugo de Carolis, presidente Data Italy, ed Emilio Misuriello CEO Esri Italia sul binomio tecnologia e conoscenza. Emilio Misuriello sottolinea come la pandemia deve essere una presa di coscienza per trasformare il futuro, in cui la scuola dovrà essere multidisciplinare. Per Lorenzo Fioramonti, la conoscenza e capacità tecnologica che apprenderanno i giovani costituirà una base per la loro libertà, così come nel medioevo era stata quella di essere alfabetizzati. Ciò anche a maggior beneficio del Paese, poiché un’economia non si sviluppa se non investe in tecnologie e conoscenza. Secondo Ugo de Carolis, in questo senso dev’essere l’uomo a governare la tecnologia e non viceversa. È necessario guardare ai dati in maniera positiva, quando portano a un miglioramento per le persone, mantenendo sempre un’attenzione particolare all’accelerazione dello sviluppo tecnologico, che annualmente aumenta il gap tra il nostro Paese e le altre potenze mondiali.